È la provocazione di angelo Maci,
presidente della cooperativa di Cellino san Marco.
«La politica finalmente si mostra
sensibile al territorio. Che a Lecce dovesse esserci un corso di Laurea in
Scienze Agrarie era scontato e direi naturale. Il Salento per sua tradizione,
storia, cultura contadina è il luogo in cui un corso di laurea in Scienze
agrarie avrebbe dovuto essere pensato sin dall’istituzione dell’Università». È
il commento di Angelo Maci a margine dell’approvazione dell’ordine del
giorno in Consiglio regionale con cui si
chiede all’assessore alle Politiche Agroalimentari e alla Giunta di impegnarsi
nei confronti del Miur.
«Noi la proposta l’avevamo
lanciata più di dieci anni fa quando, durante la presidenza della Provincia di
Brindisi del notaio Errico, la mia
famiglia propose di donare dieci ettari
di terreno per avviare la prima scuola di Enologia del Salento» racconta ancora
Maci.
Una proposta che il presidente di
Cantine Due Palme ripropone con un rinnovato interesse. «Il Salento è la culla
della cultura enologica pugliese e noi vogliamo mettere a disposizione della
ricerca e della scienza strumenti
essenziali e formativi quali la terra, la vite, i nostri alberelli sui
quali gli studenti potranno plasmare le
loro professionalità».
E sulla ricerca Cantine due Palme
investe da anni; oltre ad aver contribuito a finanziare l’attivazione
dell’Università di Scienze Gastronomiche, nata a Pollenza da un’idea di Carlo Petrini e di
Slow Food, sono tantissimi i progetti che vedono coinvolta l’azienda di Cellino
san Marco con l’Università di Scienze Agrarie di Foggia e con alcuni corsi di
laurea dell’Università del Salento.
«Molti enologi pugliesi si sono
formati nella scuola di Locorotondo – prosegue Maci – pur riconoscendo le professionalità di quell’istituto, c’è
bisogno che tutte le forze politiche e imprenditoriali del Salento chiedano
all’unisono uno strumento di perfezionamento e sviluppo professionale e
culturale come solo un corso di laurea può essere. Formare giovani
professionisti in un settore che contribuisce a rafforzare il Pil della nostra
Regione e che risulta essere uno degli elementi trainanti dell’export del
nostro sistema economico, è un dovere morale verso le imprese, ma soprattutto
verso chi vuole investire sul territorio. Sono molti i giovani che si
avvicinano ai mestieri della terra e
proprio per loro è indispensabile creare le condizioni tecniche,
scientifiche e culturali per garantire un sempre crescente sviluppo del settore
che ha bisogno come il pane di professionisti altamente qualificati».
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